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Cortina, sassi grandi come auto piombano ad Alverà

 

Nel cuore della notte l’allarme, ma nessuno si aspettava un tale sconquasso. Il dramma, la ricerca di eventuali dispersi e la corsa contro il tempo

 

CORTINA. Una frazione distrutta. Case, negozi, laboratori artigiani invasi dall’acqua, il fango. Sassi grandi come macchine sulla strada. Un violento nubifragio si è abbattuto su Cortina nella notte fra venerdì e ieri. In due ore è caduta praticamente la pioggia che cade in mese, e con una violenza tale da mettere in moto una frana. Si è staccata dalla Porta del Cristallo, sopra Rio Gere, i sassi sono finiti nel torrente Bigontina che è esondato. L’acqua ha travolto tutto. La 48 delle Dolomiti, che da Cortina porta sul Passo Tre Croci e da qui ad Auronzo, è stata interrotta in tre punti da smottamenti: a Rio Gere, al Lago Scin e ad Alverà. 

Una donna, Carla Catturani, è stata travolta dalla colata detritica mentre stava rincasando ed è morta. Il nubifragio ha provocato frane e allagamenti anche ad Auronzo. Per tutta la giornata i soccorritori e centinaia di volontari hanno lavorato per liberare le case dal fango. In serata, viste le condizioni meteo ancora critiche, è stato deciso di evacuare dodici case. Cinquanta persone hanno trascorso la notte in albergo, dai familiari, in casa di riposo o in ospedale. Per tutta la notte la Polizia ha attuato un presidio di vigilanza per evitare episodi di sciacallaggio, mentre i volontari della Protezione civile hanno monitorato, con le torri faro, le zone interessate dal dissesto.

Scatta l’allarme. Fa caldo, venerdì a Cortina. Un caldo inusuale per il periodo, per la montagna. Le previsioni meteo non danno perturbazioni in arrivo, ma l’energia termica accumulata a causa del surriscaldamento decide di sfogarsi. Dalla tarda serata cominciano a formarsi cellule temporalesche. Una dietro l’altra. Un violento nubifragio si abbatte nella zona del Cristallo e causa un’enorme frana, che si stacca dalla Porta del Cristallo, appena sopra Rio Gere.

Il torrente Bigontina esonda, portando acqua e fango a invadere tutto. Strade, case. Tre frane interrompono la strada del Passo Tre Croci. All’1.40 il Soccorso alpino viene allertato dal 118: serve un supporto ai Vigili del fuoco per una frana caduta ad Alverà. Nessuno sa bene cosa sia successo. Un disastro.

I soccorritori ritrovano Carla Catturani. Vigili del fuoco e uomini del Soccorso alpino risalgono il Bigontina. Il cane del Cnsas trova un’auto nel fango: spunta solo una ruota. All’interno c’è il corpo di Carla Catturani. La donna, 60enne medico in pensione, aveva lavorato alla festa del Sestriere di Alverà a Rio Gere. Stava tornando a casa quando è stata investita dalla colata. Era su un ponte lungo la Sr48. La sua auto è stata trascinata per un chilometro a valle.

Alverà è distrutta. Con le prime luci dell’alba il disastro appare in tutta la sua enormità. Ad Alverà sono una cinquantina le case distrutte. Il fango in alcuni edifici ha raggiunto il metro di altezza. Distrutto anche il ristorante Lago Scin, danneggiata la chiesa di Santa Giuliana. I soccorritori ritrovano altre quattro auto: sono accartocciate, la violenza dell’acqua ha staccato le targhe e rende impossibile capire i modelli delle vetture. 

I danni ad Auronzo e Misurina. Il nubifragio non risparmia l’altro versante del Passo Tre Croci. Nell’area delle Tre Cime una frana interrompe il sentiero fra il rifugio Auronzo e il Lavaredo per un tratto di cento metri. A Misurina scendono colate detritiche dal Popena. Finiscono vicino all’hotel Lavaredo, allo Sport, sulla strada provinciale. La pizzeria Edelweiss viene allagata. 

La macchina dei soccorsi. Ad Alverà arrivano un centinaio di soccorritori e un numero impressionante di volontari. L’assessore regionale Bottacin è già in loco: lo hanno avvisato alle 3 del disastro. E quando il cellulare suona a quell’ora, e il mittente è il dirigente della protezione civile, non possono essere buone notizie. Attorno a mezzogiorno arriva il governatore Luca Zaia. Intanto si lavora per ripulire le case dal fango e per valutare le situazioni di criticità.

Zaia firma lo stato di crisi. Si tiene un vertice fra le autorità e le forze dell’ordine. Si inizia a valutare l’ipotesi di evacuare le persone per la notte: il rischio di un nuovo nubifragio c’è. Zaia firma lo stato di crisi per l’area interessata dalla frana, poi sale sull’elicottero dei Vigili del fuoco per un sopralluogo dall’alto. Viene attivato il tavolo di coordinamento degli interventi per far fronte all’emergenza.

Alverà evacuata. Alla fine si decide di evacuare cinquanta persone da dodici case di Alverà. Hanno trascorso la notte da famigliari, in alberghi, due persone anziane sono state trasferite in casa di riposo e al Codivilla-Putti. Per tutta la notte la Polizia di Stato ha effettuato un servizio di vigilanza anti sciacallaggio, mentre i volontari di

Protezione civile hanno monitorato le zone interessate dal dissesto con delle torri faro. 

La Sr48 è rimasta chiusa dall’abitato di Cortina a Rio Gere. È scontata l’apertura di un’indagine da parte della Procura per omicidio colposo contro ignoti.

(Alessia Forzin) CorriereDelleAlpi